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novembre
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Come scrivere un buon comunicato stampa?
Il comunicato stampa deve essere scritto in italiano.
Innanzitutto deve essere scritto in un buon italiano. Lo so, sembra ovvio, ma posso garantirvi che non lo è affatto. Non sono rari i comunicati stampa poco comprensibili, poco corretti. E non alludo a qualche sempre possibile errore di battitura, ma proprio ad errori grossolani di grammatica e di logica.
Il comunicato stampa deve essere coinciso e chiaro.
Inutile ricordare la famosa regola delle 3 W: “what” (“cosa”), “where” (“dove”), “when” (“quando”), a cui si può aggiungere anche una quarta W: “why” (“perché”). In sostanza vuol dire che nelle prime righe di un comunicato stampa devono essere già presenti tutti gli elementi essenziali, che possono permettere al giornalista di comprendere di cosa davvero si stia parlando.
Eventuali approfondimenti, se effettivamente necessari, possono essere demandati ad eventuali richieste specifiche, a qualche allegato (ma senza esagerare), ancora meglio a materiali scaricabili dal web, giacché l’email che invierete sarebbe bene non fosse troppo pesante, per non riempire la casella di spinta del destinatario.
Sarebbe poi bene fare in modo di suddividere il comunicato per blocchi, in modo di avere una prima parte con le informazioni essenziali, una seconda parte con qualche dettaglio in più, in una terza magari qualche dichiarazione virgolettata. In generale ogni blocco dovrebbe essere pensato “gerarchicamente”, in modo che man mano che si scende nel testo vi possano essere dettagli magari utili ma non essenziali.
All’inizio del comunicato stampa, occorre proporre un titolo, magari uno o più sottotitoli, che possano da un lato catturare l’attenzione e dall’altro dare subito alcuni riferimenti importanti della notizia.
E’ bene non dimenticare mai di riportare i riferimenti dell’ufficio stampa, chiari, visibili, con un nome, un cognome ed un numero di cellulare facilmente sempre reperibile. In sostanza non è bene firmare un comunicato con un vago “ufficio stampa”, poiché si comunica tra persone ed è opportuno avere un nome ed una persona precisa da chiamare per eventuali approfondimenti.
Visto poi l’ormai ampio utilizzo del web, è anche possibile “evolvere” il comunicato inserendo link, video, foto. Ma sempre come opportunità da scaricare, evitando di appesantire il tutto.
Il comunicato poi deve essere bello. Ossia ben impaginato, con caratteri grandi e comprensibili, con grafiche leggere e piacevoli. Ricordiamoci che ogni giornalista viene ogni giorno bersagliato da decine o centinaia di comunicati; cerchiamo di rendere il suo lavoro meno difficile. In tal modo, aumenteremo significativamente la possibilità che prenda in considerazione quello che abbiamo da dire.
Ma il “cuore” del comunicato stampa, quello di cui raramente di scrive e si parla nei tanti manualetti, in realtà è un’altro: si chiama “notizia”.
Non ha alcun senso fare dei comunicati stampa per auto-incensarsi, per dire che la propria azienda o il proprio prodotto è fantastico ed è il migliore sul mercato. E non c’è alcun motivo che possa portare un giornalista ad essere interessato ad un testo sostanzialmente pubblicitario. Il vero centro di ogni attività seria di ufficio stampa è quindi ben oltre la redazione di un comunicato stampa ben scritto, ma consiste nella capacità di trovare o di “costruire” una vera notizia, che possa interessare il giornalista e, sopratutto, il lettore.
Costruire una notizia (attività anche detta di “newsbuilding”) non significa evidentemente inventarsi delle panzane, ma saper cogliere tra le attività della propria azienda, tra le caratteristiche del proprio prodotto o del proprio evento, quegli aspetti che, se posti nel modo giusto, possono essere davvero interessanti. Ed e’ questo il fattore che può davvero conquistare degli spazi sui media, più che qualunque relazione personale, più di qualunque altro trucco.
Costruire contenuti realmente utili al giornalista, alla sua testata, al suo lettore.
Si tratta di una capacità e di una sensibilità certo non facile da sviluppare ed è proprio per questo che ritengo sia anche la parte più importante della nostra consulenza nel campo degli uffici stampa. Sul web si stanno moltiplicando sistemi automatici per spedire comunicati stampa, in qualche caso fornendo anche un servizio di correzione delle bozze. Tutto molto interessante, ma occorre tenere conto che spedire qualche email, non significa affatto fare ufficio stampa. Occorre una strategia, occorre comprendere chi sono i propri pubblici e come raggiungerli, occorre comprendere quali sono i contenuti e qual’è il linguaggio che dobbiamo saper usare. E poi cercare di individuare i giornalisti e le testate giuste.
Insomma, fare ufficio stampa non può essere un lavoro improvvisato o da demandare ad una magari anche brava segretaria. Fare ufficio stampa significa avere anni di esperienza, comprensione dei meccanismi e delle logiche delle redazioni, aver sviluppato specifiche competenze e sensibilità.
Se ritieni che la tua azienda, il tuo prodotto o il tuo evento possano aver bisogno di un progetto di ufficio stampa, prova a contattarci. Saremo lieti di di poterne parlare davanti ad un caffè, ovviamente senza impegno.
Se vuoi approfondire, puoi leggere il mio post precedente:
L’ufficio stampa può aiutarti a vendere di più.