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Matteo Mauro: nel “Mio Barocco” racconto l’amore, la quarantena, la storia quotidiana del sentirsi incompleti
L’eclettico artista e designer siciliano, che coniuga il classico con il digitale, vuole riappropriarsi di un pezzo fondamentale dell’arte ma anche della sua storia personale.
Un intento incarnato in arte pura, in mostra a Ragusa, fino al 17 ottobre
C’è tempo fino a domenica 17 ottobre per visitare la personale di Matteo Mauro, “Il mio Barocco”, ospitata presso la Chiesa di San Vincenzo Ferreri di Ragusa. Una mostra unica e coinvolgente, che si è inserita tra gli appuntamenti dedicati al design e all’arte contemporanea dell’edizione zero di Barocco & Neobarocco, un “design festival” che ha fatto dialogare la cultura del progetto con quella d’impresa, nel contesto delle scenografie barocche della città siciliana sita sulla costa Ionica, fulcro della rinascita settecentesca del Val di Noto.
L’artista e designer di Catania, che dal 2010 vive a Londra, ha studiato architettura alla University College of London e si è avvicinato alle nuove tecniche digitali di rappresentazione, fino a far diventare il computer uno strumento d’espressione artistica. Nelle sue opere, Mauro parte dalla forma del parallelepipedo perfetto e compie una metamorfosi verso un panneggio fluido che ne addolcisce la forma. Gli esterni, lucidi e soffici, nascondono il lascito di un fossile mitologico. Il soggetto classico appare o scompare nella sua forma negativa, come se da lì fosse fuggito nell’attimo precedente allo sguardo dell’osservatore. La figura principale è quella di Ermes, il messaggero. La sua assenza nascosta dalla patinatura profonda esalta la sua storia: quando Zeus decise di separare gli uomini in due metà, Ermes donò loro la parola affinché potessero ritrovare l’unità.
L’intesa, la chiarezza, l’armonia tra il maschile e il femminile è una ricerca senza tempo. «Tra i classici – spiega Matteo Mauro – mi sono formato e nei classici ho trovato un campo fertile e tanta ricerca sullo splendore da far rinascere e proseguire. Il titolo della mostra dichiara apertamente le mie intenzioni: riappropriarmi di un pezzo fondamentale non solo della storia dell’arte ma della mia storia personale. Vorrei far riemergere le onde barocche che mi hanno sommerso durante mia crescita prima dell’emigrazione».
Le opere di Matteo Mauro, spiega Chiara Castro, una delle curatrici del festival e della mostra, si uniscono organicamente alle opere settecentesche della Chiesa di San Vincenzo Ferreri come voci di un racconto sempre rintracciabile, in cui il percorso non lineare della rigenerazione degli stili è l’emblema della vita delle città e degli uomini. «Il destino del Barocco – continua Chiara Castro – ci ricorda che nella complessità c’è ricchezza e che le fratture sono i fulcri per il nuovo equilibrio. Il tempo delle epoche passate non si disperde ma torna presente ogni volta che guardiamo, a qualsiasi profondità, le forme neobarocche».
«Queste sculture – spiega l’artista – sono il frutto di un anno bisestile che conta 20/20. Sono storie di separazioni. Storie di un mondo in quarantena. La storia quotidiana del sentirsi incompleti, spezzati. La storia di vite circondate da un Barocco in erosione ed un contemporaneo, che nella nostra terra, tarda ad arrivare. Sono storie sull’amore scritte da Platone e fraintese dal mondo intero. Sono la storia di gente che emigra e non si sentirà più a casa in nessun luogo e in tutti i luoghi. Di un mondo sempre più diviso, di razze sempre più divise, di un corpo e di una mente sempre più divisi. Sono le forme di storie che finiscono, ma poi non ricominciano. Sono il lascito di un classicismo che riappare nell’arte ma diviso e sfigurato. Sculture in bilico che ritrovano un equilibrio nell’attimo in cui le si osservano. Sono un po’ la storia del Barocco, un po’ la mia e un po’ la storia di tutti».
Matteo Mauro, dunque, propone la sua recente disamina della cultura classica e del concetto di “Amore”, che riflette quella volontà di rinascita e di conquista della libertà, all’interno di una società, che tende a creare falsi miti, a classificare e a etichettare ogni forma di espressione. Nelle sculture Lovers, Dolce Metà, He and She, ritroviamo il desiderio per i bisogni primari, l’amore per sé, per il prossimo, per ciò che si fa, l’amore razionale, quello istintuale, passionale, carnale, religioso, amicale, filiale, parentale, famigliare, naturale. «Matteo Mauro – dichiara Aurelia Nicolosi, altra curatrice della mostra – è un artista eclettico e sorprendente che spazia con disinvoltura dalla pittura alla scultura al digitale con un’attenzione e precisione nella ricerca del dettaglio, che si riscontra solo negli autori maturi. La sperimentazione costante, che caratterizza il suo lavoro, sicuramente non passerà inosservata e lo eleverà, nei prossimi anni, tra i creativi più all’avanguardia del panorama internazionale».
MATTEO MAURO (Catania, 1992)
Si laurea in architettura alla University College of London. Lavora con influenti designers come Ron Arad ed Isaie Bloch, ed insegna in diverse università inglesi. Grazie agli insegnamenti universitari, si avvicina a nuove tecniche digitali di rappresentazione alle quali si appassiona fino a farle diventare il suo strumento d’espressione artistica. È noto per la sua serie di dipinti Micromegalic Inscriptions (Inscrizioni Micromegaliche), vincitori di vari Award, tra i quali: l’International Van Gogh Prize dato da José Van Roy Dalí, figlio di Salvador Dalí. Le opere di Matteo nascono da un connubio tra analogico e digitale che caratterizza l’estetica delle sue creazioni. Le opere di Matteo Mauro sono state esposte in molteplici istituzioni dell’arte, tra le quali: la Royal Academy of Arts, Datang Art Museum, il MACS, il Marte Museum, il MEAM, il Dubai Ing-Creatives, il 798 Beijing, Qianjiang International Art Museum.
Scheda dell’evento
Titolo IL MIO BAROCCO | MATTEO MAURO
Sede Chiesa di San Vincenzo Ferreri
A cura di Chiara Castro | Aurelia Nicolosi
Date 24 settembre – 17 ottobre 2021
Ingresso Libero
Orari 24 – 25 settembre h 15:00 – 22:00 26 settembre h 10:00 – 17:00
2 ottobre h 17:00 – 22:00 3 ottobre h 10:00 – 17:00
9 ottobre h 17:00 – 22:00 15 ottobre h 15:00 – 22:00
16 ottobre h 15:00 – 22:00 17 ottobre h 15:00 – 22:00